
Per il professionista, che ha conseguito tutti gli attestati possibili e superato gli esami del caso, la vera sfida riguarda il lavoro, il mercato, gli utenti: la dimensione operativa e quella soggettiva.
In genere si inizia questo percorso con un senso di smarrimento e inconsapevolezza. Gli adempimenti sono molteplici e le cose da implementare, pure. Di solito, dopo l'iniziale fase di confusione inizia una fase di chiarimento.
Con buone informazioni e con la piena libertà di promuoversi nel mercato del lavoro, si diventa effettivamente dei professionisti. Non solo per diletto, per crescita personale o perché si presenta il proprio metodo o idee ai pochi fortunati, ma perché si vuole essere proprio dei professionisti nel proprio campo e con proprie specifiche competenze.
Il passato, che racconta i percorsi fatti, ci invita ad adattarci ad un mondo che cambia e alle difficoltà della vita di ogni giorno. Il presente, dal canto suo, ci deve dare la sensazione di poter dire qualcosa di veramente importante. Il futuro, ci deve trovare pronti ad applicare le conoscenze e a svilupparle in esperienze.
Quale pensiero ci può aiutare ad interpretare il nostro futuro professionale in modo costruttivo e innovativo, che non sia solo ‘appendi l’attestato e apri una partita IVA’?
Un concetto importante è la capacità di rispondere alle sfide della nuova professione con le proprie abilità. Fuori dai denti, se queste non si sono sviluppate durante la formazione e il tirocinio, e non si riesce ad applicarle a situazioni complesse, è meglio nemmeno cominciare una professione.
Rispetto alle abilità, occorre mettersi in discussione con un parametro che non è autoreferenziale ma comunitario e deve testimoniare di essere in grado di far emergere le competenze acquisite e il proprio capitale umano. La propria intelligenza all’opera, deve diventare un'attitudine per il proprio ‘fare professionale’ in ogni ambito lavorativo, sia nel condividere conoscenze e competenze, sia nell'esercizio delle proprie abilità.
L’esperto delle nuove professioni, ha il compito di scegliere ciò che vuole essere. Quale esperto, non è solo colui che ha conoscenze, tecniche specifiche e partita iva, ma è colui che ha fatto del proprio comportamento e atteggiamento, un fattore qualificante della propria professione.
Il modo consumato di agire si deduce da un insieme di strategie di somministrazione, conformi alle sue competenze e capacità, dal momento in cui si promuove, fino all’esito finale del suo intervento.
Per concludere, il tecnico delle nuove arti è un attento osservatore delle novità culturali e un libero promotore di idee e servizi, ma è anche, proprio perché all’alba della sua realtà professionale, rispettoso dei comportamenti e delle regole etiche che le associazioni professionali, cui aderisce, tutelano.
In genere si inizia questo percorso con un senso di smarrimento e inconsapevolezza. Gli adempimenti sono molteplici e le cose da implementare, pure. Di solito, dopo l'iniziale fase di confusione inizia una fase di chiarimento.
Con buone informazioni e con la piena libertà di promuoversi nel mercato del lavoro, si diventa effettivamente dei professionisti. Non solo per diletto, per crescita personale o perché si presenta il proprio metodo o idee ai pochi fortunati, ma perché si vuole essere proprio dei professionisti nel proprio campo e con proprie specifiche competenze.
Il passato, che racconta i percorsi fatti, ci invita ad adattarci ad un mondo che cambia e alle difficoltà della vita di ogni giorno. Il presente, dal canto suo, ci deve dare la sensazione di poter dire qualcosa di veramente importante. Il futuro, ci deve trovare pronti ad applicare le conoscenze e a svilupparle in esperienze.
Quale pensiero ci può aiutare ad interpretare il nostro futuro professionale in modo costruttivo e innovativo, che non sia solo ‘appendi l’attestato e apri una partita IVA’?
Un concetto importante è la capacità di rispondere alle sfide della nuova professione con le proprie abilità. Fuori dai denti, se queste non si sono sviluppate durante la formazione e il tirocinio, e non si riesce ad applicarle a situazioni complesse, è meglio nemmeno cominciare una professione.
Rispetto alle abilità, occorre mettersi in discussione con un parametro che non è autoreferenziale ma comunitario e deve testimoniare di essere in grado di far emergere le competenze acquisite e il proprio capitale umano. La propria intelligenza all’opera, deve diventare un'attitudine per il proprio ‘fare professionale’ in ogni ambito lavorativo, sia nel condividere conoscenze e competenze, sia nell'esercizio delle proprie abilità.
L’esperto delle nuove professioni, ha il compito di scegliere ciò che vuole essere. Quale esperto, non è solo colui che ha conoscenze, tecniche specifiche e partita iva, ma è colui che ha fatto del proprio comportamento e atteggiamento, un fattore qualificante della propria professione.
Il modo consumato di agire si deduce da un insieme di strategie di somministrazione, conformi alle sue competenze e capacità, dal momento in cui si promuove, fino all’esito finale del suo intervento.
Per concludere, il tecnico delle nuove arti è un attento osservatore delle novità culturali e un libero promotore di idee e servizi, ma è anche, proprio perché all’alba della sua realtà professionale, rispettoso dei comportamenti e delle regole etiche che le associazioni professionali, cui aderisce, tutelano.