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'Coaching: risultati e prospettive' di Lorenzo Manfredini

6/7/2019

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Perché è interessante parlare di coaching quando si desidera raggiungere dei risultati?

In questo post cerco di spiegare le caratteristiche sottese ai processi mentali che guidano ogni prestazione di successo.

Cominciamo con un aforisma
Attuare delle scelte e agire con qualità e decisione. Ovvero, vivere la vita ‘senza’ paura, avere l’intelligenza di progettare il futuro con determinazione, operativi su obiettivi chiari. Questa è la missione del coaching.

Il coaching è nato nel mondo dello sport, si è sviluppato in azienda e ha lambito i processi educativi di ogni settore fino a toccare il tema dei genitori e figli.
​
Vediamo ora alcune peculiarità di questa affascinante disciplina che troviamo ormai in tutti gli ambiti della vita.

Caratteristiche del Coaching
Il coaching è fondamentalmente un rapporto a due (ad eccezione del Team Coaching, che è un rapporto di uno a pochi) ed è una attività che dà valore alla praticità delle scelte e azioni che si compiono quotidianamente, sfidando i cambiamenti necessari per raggiungere degli obiettivi in modo creativo, evolutivo e generativo.

Nella sua concretezza, la logica del coaching è quella di attivare le risorse personali a disposizione di ciascuno. Qualsiasi esse siano.
Quello che il coachee considera un bene o le sue peculiarità (ad es: la sua realtà, il suo successo, il suo comportamento, il suo benessere, etc.) sono, di fatto, il punto di partenza per crescere in tutte le aree della vita.

Partendo dall’emotività del cliente, il coach aiuta a ‘percepire e sentire’ i cambiamenti necessari a raggiungere risultati funzionali.  Interviene pertanto sul vissuto percettivo-reattivo del coachee, sulle sue capacità comportamentali e sull’apprendimento emotivo.

Il focus del coaching riguarda la responsabilità e la performance raggiunta rispetto agli impegni presi dal coachee.

Conta molto, dunque, tutto ciò che può favorire un atteggiamento performante e realizzativo, e che produca fiducia nella circolarità dei feedback e degli apprendimenti positivi.

Come si può facilmente intuire il rapporto di coaching è basato sulla qualità della relazione, sulla fiducia, sull’osservazione e sul non giudizio.

​Il colloquio è personalizzato, variabile e flessibile in funzione delle esigenze del coachee e si esplica con domande che lasciano scorrere la conversazione verso una realtà da osservare con occhi nuovi.

Un coach, secondo E. Shein, è un ‘consulente di processo’ che ha il potere della prospettiva e del focus. Non è necessario che possieda delle competenze tecniche specifiche. Quello che conta è che il coach sappia affrontare il ‘come’ delle esperienze e contribuisca alla consapevolezza di azioni mirate al successo con l’attuazione di programmi operativi.

Tutto ciò che vediamo è una prospettiva
Tutto, ogni cosa, dipende dalla prospettiva e dal focus, cioè dal modo in cui scegliamo di guardare le cose. Quando cambiamo il focus, le cose osservate cambiano. L’illusione è quella di osservare ogni cosa nella sua caotica complessità e di governarla.

Un esempio è dato dalla figura in alto. Si possono osservare decine di palle blu muoversi in modo incoerente e imprevedibile. Eppure, nulla si muove, la figura è statica.

Se la mente si focalizza, il caos percettivo si ferma.

Nel caso della figura, si spezza l’illusione con un trucco: si osserva con occhio fermo una sola pallina, senza farsi distrarre dalle altre 100. E così funziona il coaching, nella metafora si presta attenzione a ciò che veramente conta e la confusione si arresta quando ci si concentra su un punto alla volta. 
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