
“VOI NON POTETE ESSERE UNA COSA DENTRO E FARE ESPERIENZA DI UN’ALTRA REALTA’ FUORI”. (Bhagavan)
Nel meditare questa frase senza dubbio prevale ciò che c’è dentro. Se dentro c’è Amore fuori non può essere diverso.
Mi sono alzata ammaccata, con un marasma potente che mi disturbava dentro. Il cuore fa ancora male. Osservo tutto questo, ma nella realtà mi rendo conto che è solo una mia percezione.
Di ciò che accade dentro di noi nessuno al di fuori ne è responsabile.
Non è facile comprendere tutto questo. Ancora dopo tanto lavoro mi trovo in questi momenti di difficoltà.
Ma qual è allora la nostra realtà? Quella che c’è dentro o quella che c’è fuori?
Durante il consueto momento meditativo la percezione dentro era solo di pace, di amore. Come posso quindi provare al di fuori un sentimento contrastante? Certo il vissuto ti ha toccata, avresti voluto una situazione diversa, avresti voluto che l’altro si fosse comportato con te in modo diverso.
Ma come posso io interferire con il fare e il sentire dell’altro? Non posso. E non posso nemmeno avere la pretesa che l’altro si comporti come io vorrei. Nella sua integrità l’altro vedrà se ciò che ha espresso era esattamente ciò che sentiva dentro.
Non sempre si riesce a manifestare un comportamento in linea con il sentire più profondo…
Vedo la parte più profonda e se quella parte è di AMORE, ciò che per un po’ è stata la percezione dolorosa, non è stata sicuramente quella dell’anima, bensì quella percepita da un ego ferito.
Allora mi chiedo “ se sono consapevole di tutto questo perché ancora il mio cuore è sofferente”?
Il cuore è la parte più sensibile di ciascuno di noi, è quella parte che più di tutte ha bisogno di delicatezza e di amore.
Ma chi ci può dare questa delicatezza e questo Amore? Sicuramente nessuno al di fuori di noi. L’altro, nella sua manifestazione esteriore, è quello che decide di essere, quello che ha vissuto, quello che ha imparato. Di sicuro il suo vissuto non è uguale al nostro e quindi come possiamo pensare che certe cose possano essere nella stessa sintonia? Non è possibile.
L’unica cosa possibile è andare oltre tutto questo e contattare l’unica parte autentica racchiusa dentro ad ognuno. Solo così il vibrare diventa unico, unica l’armonia e l’amore si espande nella sua purezza.
Con questa consapevolezza anche il mio cuore si è acquietato.
Nella profondità di ciascun essere c’è solo AMORE.
Se arriviamo a contattare questa profondità allora comprendiamo che la sofferenza è solo una percezione dell’ego.
Nel meditare questa frase senza dubbio prevale ciò che c’è dentro. Se dentro c’è Amore fuori non può essere diverso.
Mi sono alzata ammaccata, con un marasma potente che mi disturbava dentro. Il cuore fa ancora male. Osservo tutto questo, ma nella realtà mi rendo conto che è solo una mia percezione.
Di ciò che accade dentro di noi nessuno al di fuori ne è responsabile.
Non è facile comprendere tutto questo. Ancora dopo tanto lavoro mi trovo in questi momenti di difficoltà.
Ma qual è allora la nostra realtà? Quella che c’è dentro o quella che c’è fuori?
Durante il consueto momento meditativo la percezione dentro era solo di pace, di amore. Come posso quindi provare al di fuori un sentimento contrastante? Certo il vissuto ti ha toccata, avresti voluto una situazione diversa, avresti voluto che l’altro si fosse comportato con te in modo diverso.
Ma come posso io interferire con il fare e il sentire dell’altro? Non posso. E non posso nemmeno avere la pretesa che l’altro si comporti come io vorrei. Nella sua integrità l’altro vedrà se ciò che ha espresso era esattamente ciò che sentiva dentro.
Non sempre si riesce a manifestare un comportamento in linea con il sentire più profondo…
Vedo la parte più profonda e se quella parte è di AMORE, ciò che per un po’ è stata la percezione dolorosa, non è stata sicuramente quella dell’anima, bensì quella percepita da un ego ferito.
Allora mi chiedo “ se sono consapevole di tutto questo perché ancora il mio cuore è sofferente”?
Il cuore è la parte più sensibile di ciascuno di noi, è quella parte che più di tutte ha bisogno di delicatezza e di amore.
Ma chi ci può dare questa delicatezza e questo Amore? Sicuramente nessuno al di fuori di noi. L’altro, nella sua manifestazione esteriore, è quello che decide di essere, quello che ha vissuto, quello che ha imparato. Di sicuro il suo vissuto non è uguale al nostro e quindi come possiamo pensare che certe cose possano essere nella stessa sintonia? Non è possibile.
L’unica cosa possibile è andare oltre tutto questo e contattare l’unica parte autentica racchiusa dentro ad ognuno. Solo così il vibrare diventa unico, unica l’armonia e l’amore si espande nella sua purezza.
Con questa consapevolezza anche il mio cuore si è acquietato.
Nella profondità di ciascun essere c’è solo AMORE.
Se arriviamo a contattare questa profondità allora comprendiamo che la sofferenza è solo una percezione dell’ego.