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Coaching: 'La paura di mettersi in gioco' di Anna Urbani

3/7/2014

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A volte è poco simpatico il sistema nervoso simpatico.
Ti alza la pressione, ti dilata le pupille, i bronchi e accelera il battito del cuore. Insomma, ti pone in posizione di allerta, pronto a difenderti dai pericoli.
E' uno stato di normale allarme a cui dobbiamo rispetto perché ci aiuta a superare i momenti di emergenza. Ma certe volte si incanta e in condizioni di normalità non rientra. Quindi da sentinella si trasforma in qualcosa che assomiglia più ad una gettata di cemento a presa rapida sui piedi. Ti lascia una perenne sensazione di ansia e una paura cieca e paralizzante, che non ti fa muovere.

Paura di rischiare, di mettersi in gioco o in discussione, di soffrire. Paura di vedere la realtà per come è davvero, di accettarla e crescere con lei. In poche parole, di cambiare. Che paura!

Sei una persona ibernata. Anche se a pensarci bene questo aggettivo non è corretto. Se la paura ti congelasse sarebbe già qualcosa. Perché in stato di ibernazione tutto si ferma. Anche i processi vitali. Invece quando ti blocchi per paura il tempo passa. Eccome.

Nella tua testa regna il caos ma tu ti guardi e ti senti rallentato. Che cosa curiosa. Hai i pensieri che viaggiano alla velocità di un fascio di neutrini e invece tutto il resto pare la Pietà di Michelangelo.
E infatti rimani lì, con gli occhi e la bocca del tuo io spalancati, i movimenti pesanti, immerso in un liquido denso e gelatinoso che ti impedisce di sentire suoni nitidi e di mettere a fuoco le cose.

Però la tua vita continua a scorrere alla stessa velocità di sempre e il treno a macinare chilometri. Solo che il binario non l'hai scelto tu.

Vivi, sì, ma sconnesso da te stesso. Ti alzi, mangi, lavori, vai in palestra, esci con gli amici e con la fidanzata. Dormi. Ti rialzi...e via così.
Un giorno poi ti guardi allo specchio e succede che ti vedi. Ma in bianco e nero.
E ti sembra normale che i colori non ci siano. Perché ai colori hai rinunciato, in nome di una paura che da normale è diventata inaffrontabile e che nel frattempo hai pure dimenticato o messo in un angolo. E diventa anche normale rinunciare. Perché scegliere e cambiare sembra troppo difficile. E in cambio quel grigio ti pare pure sopportabile. E' una tonalità non del tutto deprimente, osiamo pure dire elegante. I completi color fumo di Londra  in ufficio vanno per la maggiore.

C’è così tanto fumo che pare si sia incendiato tutto il parco nazionale del Gran Sasso ma di fuoco nemmeno l’ombra. E’ tutto sotto, come un vulcano dormiente.
Dov’è quel magma rosso e arancio che ti muove le viscere e ti accende l’esistenza come un fiammifero? Lo vedi? Perché, sai…c’è. E continua a sobbollire da solo, per quanto tu lo seppellisca. E se sei fortunato un giorno arriva la consapevolezza che a quel rosso non puoi rinunciare. E ti metti in gioco. E ti bruci e ti scotti. Ti vengono delle ustioni che ti fanno venire le vesciche ma che poi, una volta guarite, ti scoprono la pelle nuova. Un nuovo vestito in cui stai proprio bene ed è di un colore e una taglia perfetta.

E il treno va esattamente dove vuoi andare tu.


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