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Coaching: "Il vuoto che riempie" di Antonella Ferrasin

29/1/2014

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Le persone sono talmente abituate ad essere piene, che la loro paura più grande è di farsi vuote.

Il nostro viaggio più bello  inizia quando rallentiamo e cominciamo a fare spazio dentro di noi  divenendo osservatori della vastità che scorre.

Un valido esercizio alla portata di tutti,  può essere quello di dedicare al silenzio cinque minuti al giorno, sedendo in un angolo tranquillo e dopo aver fatto alcune inspirazioni ed espirazioni  chiudere gli occhi e  rimanere semplicemente li.

Sicuramente in quel tempo brevissimo passeranno tanti pensieri. Semplicemente osserviamoli senza nutrirli e cosi un po’ alla volta quei pensieri abitudinari seguiranno la loro strada lasciandoci indifferenti al loro passaggio.

Suggerisco questo quotidiano allenamento che con il tempo diventerà naturalmente parte del nostro stile di vita, diventerà come la colazione del mattino.

Solo la costanza porterà ai migliori risultati.

Quando la pratica sarà acquisita, diventerà del tutto naturale  entrare in contatto con la propria interiorità, con la vastità del silenzio dove per la prima volta  vedremo  l’osservatore che osserva, che si ascolta.

Ci troveremmo faccia a faccia  con i nostri problemi, con le parti di noi che non ci piacciono. Cominceremo un po’ alla volta ad accettarle senza giudizio, in quanto parte integranti di noi stessi.

Impareremo con naturalezza  l’arte di essere “integri” portando all’esterno esattamente ciò che siamo dentro e quando scopriremo che eravamo erranti viaggiatori in cerca di noi stessi, la nostra vita sarà qualitativamente  diversa.

Tutto diventerà straordinario anche nell'ordinario.

Sentiremo finalmente di avere intrapreso il cammino verso la   libertà, l’ autorealizzazione  e  la  piena consapevolezza.

Il silenzio è più prezioso di qualsiasi parola. La parola sfugge, il silenzio crea spazio e sacralità.

Dal silenzio nasce l’intuizione, si sviluppa la creatività, ma soprattutto si disvela la magia dell’adesso, del qui e ora che sempre ci perdiamo pensando a ieri e a domani.

Nel silenzio impariamo a conoscerci e se non conosciamo  noi stessi come possiamo pretendere di conoscere o aiutare gli altri?

Come ha ricordato Armando Lombardi “ Dubitate della possibilità di essere dei coach se non avete fatto un lavoro personale”….

e ancora “ Esistono tutti i saperi del mondo che non sono in grado di contenere le dimensioni del nostro sentire”.

 “ Meditare è una morte, una morte di tutto quello che sei adesso. Ovviamente ci sarà una resurrezione ma sarai un essere così nuovo, originale, fresco, qualcosa di cui non sei ancora consapevole, nascosto dentro di te.. Meditando, una volta che sei entrato dentro, persino quando resusciti, sei totale, una persona diversa. (Osho)

 Buona meditazione a tutti!  


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