45 mq, 90 mq, 120 mq, 300 mq, 500 mq, 1 camera, 1 divano, 1 auto, 1 armadio, 1 scrivania, 1 lavagna, 1 dispensa alimentare, 1 piega dal parrucchiere, 1 scatola, 1 caffè, il quotidiano, 1 ora.
Spazio archiviazione insufficiente!
Tutti noi respiriamo creando in ogni istante uno spazio che si apre all’interno di noi mentre inspiriamo e si riduce mentre espiriamo. Ogni volta che sperimentiamo qualcosa di nuovo nella nostra vita, creiamo uno spazio con forme, angoli, misure diverse.
Bachelard definiva lo spazio come quello aperto dei grandi orizzonti, del cielo, del mare e quello chiuso delimitato dalla casa (angoli, cassetti, armadi). Uno spazio della immensità intima, dove l’esperienza trova la sua dimora e il “guscio” entro cui riparare e ritrovarsi.
Ogni parte dello spazio interno al nostro corpo rimane in apertura per ricevere nutrimento da parte del sangue verso cellule, tessuti, visceri per poter mantenerci in vita. Dentro di noi è tutto in continuo movimento tra un trattenere, ridurre e un liberare ed aprirsi. E fuori? Come occupiamo o ci pre-occupiamo di e-stenderci ed esprimerci nello spazio?
“Spazio spazio, io voglio, tanto spazio
per dolcissima muovermi ferita:
voglio spazio per cantare, crescere
errare e saltare il fosso
della divina sapienza.
Spazio, datemi spazio
ch'io lanci un urlo inumano,
quell'urlo di silenzio negli anni
che ho toccato con mano.”
Alda merini
Spazio archiviazione insufficiente!
Tutti noi respiriamo creando in ogni istante uno spazio che si apre all’interno di noi mentre inspiriamo e si riduce mentre espiriamo. Ogni volta che sperimentiamo qualcosa di nuovo nella nostra vita, creiamo uno spazio con forme, angoli, misure diverse.
Bachelard definiva lo spazio come quello aperto dei grandi orizzonti, del cielo, del mare e quello chiuso delimitato dalla casa (angoli, cassetti, armadi). Uno spazio della immensità intima, dove l’esperienza trova la sua dimora e il “guscio” entro cui riparare e ritrovarsi.
Ogni parte dello spazio interno al nostro corpo rimane in apertura per ricevere nutrimento da parte del sangue verso cellule, tessuti, visceri per poter mantenerci in vita. Dentro di noi è tutto in continuo movimento tra un trattenere, ridurre e un liberare ed aprirsi. E fuori? Come occupiamo o ci pre-occupiamo di e-stenderci ed esprimerci nello spazio?
“Spazio spazio, io voglio, tanto spazio
per dolcissima muovermi ferita:
voglio spazio per cantare, crescere
errare e saltare il fosso
della divina sapienza.
Spazio, datemi spazio
ch'io lanci un urlo inumano,
quell'urlo di silenzio negli anni
che ho toccato con mano.”
Alda merini